Non riesco a ragionare a categorie, e le qualità umane o i loro difetti mi sembra che debbano essere attribuite agli individui. La nobiltà o la miseria di una persona ha caratteristiche o proprietà specifiche dei contesti di vita che si trova a condurre. Nello specifico chi ha l’avventura di vivere come me l’essere prete cattolico ha un contesto tanto particolare che si trova a confrontarsi con tante tipologie di "preti" e di esempi "nobili" ed esempi "ignobili", che diventa difficile dire "il prete è" o "il prete dovrebbe".
I fatti riportati dalla cronaca, le storie di chi ha approfittato di persone fragili e deboli, per età o condizione mentale o psicologica, mi affliggono e mi fanno dolore, dolore innanzitutto per le vittime e poi anche per la vita di chi si fa violentatore e plagiatore. È triste e squallido, e per chi come me è impegnato nell’educazione la contraddizione del servizio che liberamente facciamo.
Poi ci sono gli esempi e i fatti che mi coinvolgono personalmente come quelli di tanti come me che nella loro umanità cercano di vivere con gioia, amore e rispetto il proprio essere preti al servizio di Dio e del prossimo. Ieri sono stato a trovare a terapia intensiva il mio vecchio parroco, di quando ero cappellano, c’eravamo incontrati nel treno per Lourdes a luglio scorso. C’eravamo parlati a lungo con affetto e poi li a Lourdes s’era sentito male e poi ritornato a Firenze si era sottoposto ad un’operazioner che nel decorso post-operatorio ha avuto serie complicazioni. Era ieri steso sul quel letto, mi guardava con occhi velati, gli stessi occhi con cui mi aveva guardato la nonna prima di morire, l’ho accarezzato sulla testa ed accrezzato sulle guance, era come il mio nonno, ho sentito il bene che gli volevo, ho visto il bene che gli vuole la sua gente (di una parrocchia di cui è parroco dal 1962), un nonno burbero ma anche dolce.
L’ospedale e la malattia vengono dopo di un ministero lungo e di una vita da prete "normale", lui compagno di seminario di Don Milani e del Card. Piovanelli, dice che si può essere nella normalità "fedeli" anche se un po’ burberi e per carattere poco inclini a manifestare i propri sentimenti.
Boh non so volevo dire anche altro ma ora non è facile e poi ho scritto anche troppo e non so se quello che ho espresso è comprensile.
Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggermi
Alle