Archivio per aprile, 2008
La mia prima poesia del 9 maggio 1977
Mi fanno male
Mi fanno male
quelle parole
che distrattamente
perdi
negl’anfratti
della stanza
e io t’inseguo
nei corridoi
e tu fermo
nel salone
con il sole che gioca
a capolino dal giardino
Mi fa bene
starmene in silenzio
al sibilo degli orecchi
a volte
25 aprile – Festa della Liberazione – La libertà di Giorgio Gaber
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Da “Dialogo tra un impegnato e un non so” (1972)
In Cammino
a piedi nudi
a cuore stretto
a seguir un filo
che ti unisca al cielo
a volte muta hai gridato
a volte con parole
senza suono hai pregato
e parti ancora un’altra tappa
verso il cielo
e sorrido
E sorrido libero
le mani verso il cielo
E ogni giorno
mi perdo dietro
un refolo di vento
Ogni giorno
la follia della vita
Ogni parola
dentro la bottiglia