in chiesa l'altare reposizione – il venerdì santo – il sabato santo – e la pasqua
ecco le foto di un percorso visivo che per me e per la mia parrocchia è stato anche interiore:
ecco le foto di un percorso visivo che per me e per la mia parrocchia è stato anche interiore:
La mattina di Pasqua Gesù è risorto e cammina nel giardino della nuova creazione. Maddalena lo riconosce, ma non può abbracciarlo, anche se lo desidera tanto. Gesù è presente tra i suoi, ma non più come prima, il suo corpo è un corpo trasfigurato. Gesù indossa una nuova veste e un nuovo mantello: sono bianchi, profilati d’oro. Sono i colori della luce e dello purezza. Gli angeli seduti sulla porta aperta sono vestiti come il Risorto: sono vestiti per far festa, questo è l’abito di chi sta al cospetto di Dio giorno e notte. I soldati dormono appoggiati alla tomba aperta e vuota. Dormono il sonno dell’ignoranza e ella non-fede: chi non crede in Gesù, chi non gli vuole bene come la Maddalena, non può vederlo risorto, non può capire e nemmeno fare festa con gli angeli.
Gesù è morto. Il suo corpo è deposto tra le braccia di Maria e di chi gli vuole bene. Si deve procedere al rito della sepoltura. Per il suo corpo nudo è pronto l’ultimo vestito: è un lenzuolo bianco che Giuseppe d’Arimatea (sulla destra) tiene intorno al collo e sulle spalle. Giuseppe era un membro del Sinedrio, ma si era opposto alla condanna di Gesù. Il lenzuolo che porta è il segno della sua partecipazione: Giuseppe cerca di opporre a tutta la violenza scatenata dai suoi compagni, un’azione caritatevole, l’ultimo gesto di pietà per il morto. Il lenzuolo avvolgerà Gesù come prima è stato circondato dalle braccio della madre. Il lenzuolo è bianco, candido come un agnello, nuovo, comprato apposta per lo sepoltura.
Gesù muore nudo in croce. Solo un leggero velo gli copre i fianchi. È un velo che non ho la pesantezza degli altri abiti, forse è un velo disceso dal cielo come segno di pietà per ogni uomo che muore – L’unico ornamento al corpo di Gesù è ‘aureola’, la sua santità. la bontà del suo cuore non viene meno. L’aureola è anche il segno di una dignità che avvolge tutti i figli di Dio e che nessuna violenza può togliere. Maddalena, ai piedi della croce, lascia cadere il mantello per terra, nel suo dolore partecipa alla passione di Gesù. Maria sviene sotto la croce sostenuta dall’apostolo Giovanni e da un’altra donna. In cielo gli angeli si disperano e si stracciano le vesti: il dolore per a morte del Figlio di Dio è cosmico!
Io come voi
A Padova c’è una piccola chiesa, una cappella detta "degli Scrovegni", che custodisce un tesoro immenso: tutte le sue pareti sono ricoperte da affreschi di Giotto. Hanno attraversato i secoli (più di 700 anni) per giungere fino a noi e raccontarci la storia degli abiti di Gesù durante la settimana santa, l’ultima settimana della sua vita. Osserviamo un dipinto alla volta e, mentre lasciamo entrare la bellezza in noi tramite gli occhi, proviamo ad ascoltare quanto saggezza vi è custodita.
Gesù e al centro ed è seduto su un asino, mentre è seguito dai discepoli: sta entrando o Gerusalemme, la città santa. Con la mano destra benedice chi lo accoglie: con questo gesto esprime la bontà che Dio desidera per tutti i suoi figli. Il suo incedere è tranquillo e regale: lentamente si avvicina alla porta nelle mura. La folla che lo sta aspettando è invece attraversata da una frenesia confusa: non sono pronti. Così c’è chi si sta cavando il mantello dalla testa, chi si sfila l’abito da un braccio e chi corre sugli alberi per staccarne i rami e agitarli per fare festa. Chi sta sugli alberi prende il posto degli angeli in cielo e guarda dall’alto quanto accade: è un evento che non si può dimenticare. La porta nelle mura di Gerusalemme è aperta, segno di accoglienza dell’intera città che permette alla benedizione di Gesù scendere su tutti. L’abito di Gesù è rosso come la carne viva avvolto da un mantello blu (in parte rovinato dal tempo): è il segno dell’umanità che è avvolta dal cielo, il mistero dell’incarnazione si esprime anche attraverso i colori delle vesti,